domenica 7 ottobre 2012

Guarigione sciamanica



LA GUARIGIONE SCIAMANICA: NOI NON SIAMO SOLI

Intervista condotta da Bonnie Horrigan per Alternative Therapies


Traduzione a cura di Lorenza Menegoni




Questa intervista a Michael Harner è stata originariamente pubblicata nel maggio 1996 sulla rivista americana
Alternative Therapies (vol. 2, n. 3). È stata poi ripubblicata su Shamanism (1997, vol. 10, n. 1), la rivista semestrale della Foundation for Shamanic Studies (California). Viene ora pubblicata in italiano con il permesso di Michael Harner e di Alternative Therapies.


L'antropologo americano Michael Harner è considerato attualmente la massima autorità nel campo dello sciamanismo, sia per quanto riguarda gli studi teorici che l'applicazione pratica. La sua lunga attività si è rivolta soprattutto a sviluppare una metodologia, o una pratica sciamanica, fondata sui principi e metodi dello sciamanismo tradizionale, ma accessibile alla moderna cultura (core shamanism). Gli elementi essenziali sono delineati nel suo libro, La Via dello Sciamano, pubblicato in America nel 1980 (ed. it., Mediterranee 1995). Da allora il lavoro di Harner ha continuato ad ampliarsi, grazie anche al contributo di vari collaboratori alla
Foundation for Shamanic Studies, l'istituzione da lui fondata per studiare, preservare e promuovere lo sciamanismo in tutto il mondo. Questa intervista offre una sintesi del pensiero di Harner, una riaffermazione del valore e attualità dell'antica saggezza sciamanica per la vita dell'uomo contemporaneo.


Alternative Therapies: Che cos' è lo sciamanismo?




Michael Harner:: Nella lingua dei Tungusi siberiani, la parola sciamano (shamàn ) si riferisce ad una persona che compie dei viaggi, in uno stato alterato di coscienza, nella realtà non-ordinaria. Quando il termine è stato adottato in Occidente, il suo significato era sconosciuto. Ciò è servito ad evitare qualsiasi associazione con parole quali "mago", "stregone", "medico- stregone", termini ambigui e spesso carichi di connotazioni negative. Anche se il termine è originario della Siberia, la pratica dello sciamanismo è esistita in tutti i continenti.


Dopo anni di ricerche approfondite, Mircea Eliade, nel suo libro, Lo sciamanismo e le tecniche dell'estasi, è giunto alla conclusione che lo sciamanismo è alla base di tutte le tradizioni spirituali del Pianeta e che la sua caratteristica distintiva - anche se non l'unica - è il viaggio in altri mondi in uno stato alterato di coscienza.

Nelle lingue tribali gli sciamani sono spesso chiamati "coloro che vedono" o "coloro che conoscono", perché operano entro un sistema di conoscenza fondato sull'esperienza diretta. Lo sciamanismo non è un sistema di credenze. È basato invece su di una sperimentazione personale volta a guarire, ottenere informazioni o altri risultati. Infatti, se gli sciamani non ottengono risultati, non sono più utilizzati dalla gente della tribù. Le persone mi chiedono: "Come sai se qualcuno è uno sciamano?". Io rispondo: "È semplice: Compiono dei viaggi in altri mondi? Fanno miracoli?"
A.T. È lo sciamanismo una religione?




H: La pratica dello sciamanismo è un metodo, non una religione, anche se in molte culture coesiste con le religioni istituzionalizzate. In Siberia, per esempio, coesiste con il Buddismo e il Lamaismo, in Giappone con il Buddismo. È vero comunque che gli sciamani vivono generalmente in culture animistiche. "Animismo" significa che le persone credono nell'esistenza degli spiriti. Non sorprende quindi che nelle culture sciamaniche, dove gli sciamani intereagiscono con gli spiriti per ottenere risultati come la guarigione, le persone credano nella loro esistenza. Gli sciamani tuttavia non credono, semplicemente, negli spiriti. Essi parlano e intereagiscono attivamente con loro. Non "credono" che ci siano spiriti più di quanto "credano" di avere una casa o una famiglia. Questo è un punto importante perché lo sciamanismo non è un sistema di fede.


Lo sciamanismo, inoltre, non è una pratica che esclude altre. Gli sciamani non dicono, "Noi abbiamo l'unico sistema valido di guarigione". Nel suo approccio olistico, lo sciamano utilizza i mezzi spirituali a lui propri in collaborazione con altre persone nella comunità che possiedono delle tecniche come la medicina delle piante, i massaggi e la manipolazione delle ossa. Lo scopo dello sciamano è di aiutare il paziente a guarire, non di dimostrare che il suo sistema è l'unico che funziona.
Michael Harner
(elaborazione di una foto originale di Lucy Birmingham)
In molte culture gli sciamani ricevono doni per il loro lavoro, ma spesso li restituiscono se il paziente muore - una pratica encomiabile, che potrebbe aiutarci a ridurre i costi dei servizi medici oggi.




A.T.: Mi sembra di capire che la guarigione sciamanica ha due aspetti: uno medico e uno spirituale.




H.: Gli sciamani parlano con le piante e con gli animali, con tutta la natura. Non in senso puramente metaforico, ma lo fanno realmente nello stato alterato di coscienza. I nostri studenti scoprono rapidamente che parlando con le piante, possono scoprire come usarle per preparare dei rimedi. Gli sciamani lo hanno fatto da sempre. Generalmente conoscono molte cose riguardo le piante, anche se ciò non è essenziale alla loro pratica. Gli sciamani Eschimesi, per esempio, non dispongono di molte piante così lavorano con altre cose. Nell'Amazzonia tuttavia gli sciamani conoscono le varie piante, come pure i canti che esse esprimono e che imparano dalle piante stesse.


Un mio ex-allievo negli Stati Uniti ha sviluppato un metodo per scoprire le proprietà medicinali delle piante basato sugli insegnamenti forniti direttamente da queste. Scoprì che la farmacopea da lui sviluppata era molto simile alle conoscenze della medicina cinese antica su come preparare e usare quelle piante per disturbi diversi. Un'altra mia ex-allieva in Germania ha lavorato con i minerali e ha scoperto come usarli nella guarigione. Le sue scoperte sono molto vicine a ciò che si conosceva in India fin dai tempi antichi.

Questo ci porta a una questione molto importante: tutto ciò che è stato conosciuto, tutto ciò che può essere conosciuto, è accessibile allo sciamano nel "Tempo del Sogno" [la realtà mitica degli Aborigeni australiani]. Per questo gli sciamani possono vedere sia il passato che il futuro. Con la disciplina, l'addestramento e l'aiuto degli spiriti, questa fonte totale di conoscenza diventa accessibile.




A.T. Che cosa succede quando una persona malata chiede aiuto a uno sciamano?




H.: Lo sciamano, per esempio, può compiere un viaggio a scopi diagnostici, cioè per ottenere informazioni circa i problemi della persona da un punto di vista spirituale. Non è veramente importante quale sia la diagnosi nei termini della realtà ordinaria. Non c' è una corrispondenza semplice e univoca tra la malattia spirituale e quella di natura ordinaria o fisica. Non si può dire, "Questo equivale a quello". Lo sciamano compie il viaggio per scoprire quale sia la causa spirituale della malattia e, a seconda della causa, decidere il trattamento.


Dal punto di vista sciamanico, le persone che non sono potenti (powerful) - cioè, spiritualmente "colme del potere" (power- filled) - sono predisposte alle malattie, agli incidenti e alla sfortuna. Lo sciamano ristabilisce il legame della persona con il proprio potere spirituale. Questo è qualcosa di analogo a un sistema di difesa immunitaria spirituale, ma non stabilirei un'equivalenza univoca. È solo un'analogia. Il potere rende la persona resistente alle malattie. Se qualcuno si ammala ripetutamente, allora è chiaro che ha bisogno di essere ricollegato con il potere spirituale. Una persona generalmente sana e in buona salute può compiere la ricerca della visione per ottenere o rafforzare tale connessione, ma una delle funzioni dello sciamano è di aiutare quelli che non sono in condizioni di farlo da soli.


Oggi è considerato d'avanguardia parlare del legame mente-corpo, ma che il cervello sia connesso al resto del corpo non è una novità. È un fatto conosciuto da migliaia di anni. Ciò che è veramente importante riguardo lo sciamanismo, è che lo sciamano sa che non siamo soli. Con ciò voglio dire che quando un essere umano lavora con compassione per alleviare le sofferenze di un altro, gli spiriti si commuovono e intervengono. Quando qualcuno per generosità e compassione aiuta una persona sofferente o malata senza essere un membro della famiglia, allora accadono i miracoli. Funziona ancora meglio quando due o più sciamani lavorano assieme. Così la grande novità che lo sciamanismo offre non è che la testa è connessa al resto del corpo, ma che noi non siamo soli.




A.T.: Che cos' è il recupero dell'anima?




H.: Da un punto di vista sciamanico, chiunque abbia subito un trauma può aver perso una parte dell'anima. Per "anima" intendiamo quell'essenza spirituale indispensabile alla vita, nel senso che diamo a questa parola nella nostra cultura, cioè dal concepimento o dalla nascita fino alla morte. Le tecniche per curare la perdita dell'anima sono tecniche per il recupero dell'anima, e uno dei classici metodi sciamanici è di andare a cercare la parte perduta e reintegrarla alla persona.


Fino a circa otto anni fa, molti occidentali ritenevano che il recupero dell'anima fosse una pratica superstiziosa e priva di valore, ma ora le cose sono cambiate. Devo dire che la ragione principale di questo cambiamento è stato il lavoro della mia collega Sandra Ingerman, autrice di Soul Retrieval e di Welcome Home. Mentre lavorava come consulente sciamanica a Santa Fé nel New Mexico anni fa, le donne che avevano subito gravi abusi da bambine raccontavano di essersi staccate psichicamente dalla situazione al momento dell'abuso. Sandra si rese conto immediatamente che l'anima della persona aveva lasciato il corpo in una certa misura (se l'avesse lasciato completamente, la persona sarebbe morta), e che la cosa logica da fare era recuperare la parte perduta e riportarla indietro. Così cominciò a fare il recupero dell'anima per le persone che avevano sofferto gravi traumi nell'infanzia e i risultati furono sorprendenti. Oggi questo lavoro è parte importante della pratica sciamanica di guarigione in Occidente.
Infatti, se chiedete a un gruppo di persone, "Quanti di voi sentono di avere perso una parte dell'anima", normalmente tutti alzano la mano. A un livello profondo c' è una consapevolezza spontanea di questo problema. Per inciso, perfino un trauma minore può risultare in un certo grado di perdita dell'anima e può essere curato.

Un'altra tecnica molto importante nella guarigione sciamanica è l'estrazione, che consiste nel rimuovere un'intrusione spirituale. Proprio come possono esserci infezioni nella realtà ordinaria, così possono esserci intrusioni spirituali. Non intendiamo dire con ciò che degli spiriti "malvagi" si siano introdotti nel corpo. È più come la presenza di termiti in una casa di legno. Se aveste delle termiti in casa, non direste che sono malvagie, ma cerchereste il modo per liberarvene. Allo stesso modo lo sciamano lavora per rimuovere le cose che interferiscono con la salute del corpo, come le intrusioni spirituali, ed estrarle. Questo non viene fatto mediante il viaggio, ma lavorando qui nel Mondo Intermedio in uno stato alterato di coscienza.
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1. In realtà il termine Tunguso è samàn, mentre shamàn ne è l'adattamento in lingua russa. Samàn deriva dalla radice sa-, che significa "conoscere, pensare, capire" (N.d.W.)


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L’ANIMA E LO SCIAMANESIMO

La guarigione attraverso il recupero dell’anima



Di Nello Ceccon e Stefania Montagna

L’anima nelle società tradizionali
Gli uomini che agli albori della civiltà si sono affacciati per la prima volta al mondo soprannaturale o “realtà non ordinaria”, come l’ ha definita l’antropologo e sciamano Carlos Castaneda, probabilmente non si erano posti la domanda che cosa fosse l’anima.

Ma nelle loro prime esplorazioni nei mondi dell’invisibile hanno incontrato persone, animali o piante, già note nella vita reale, sotto diversi aspetti e poi trasformarsi in altre forme, come avviene spesso anche nello stato del sogno.

Questa altra forma, che risiede nel mondo misterioso dell’invisibile, ha assunto nella nostra civiltà il concetto di anima.

Gli sciamani, in uno stato alterato di coscienza, riescono a “vedere” gli esseri viventi nella loro essenza più pura, senza i vincoli che ci vengono dati dalle percezioni fisiche e soprattutto dalle categorie e modelli mentali che si formano nella realtà in cui viviamo.

Attraverso questa nuova visione del soggetto o, in altre parole, attraverso la percezione dell’anima della persona, sono in grado di operare per riportare armonia e benessere. Gli sciamani hanno sempre esplorato queste nuove dimensioni a fini pratici, per portare la guarigione alla persona sofferente, per dare risposte sagge e consigli a chi ne aveva bisogno, oppure per ricevere conoscenze utili per la sopravvivenza del gruppo.

Queste pratiche sono sopravvissute nelle società tradizionali fino ai giorni nostri, grazie alla loro efficacia ed ai risultati che si ottengono. La psicologa e sciamana americana Sandra Ingerman, ha sviluppato un approccio basato su queste esperienze per curare le persone che vivono nella nostra società occidentale.

Ha chiamato questo approccio “recupero dell’anima”, una terminologia già usata nelle popolazioni che praticano lo sciamanesimo come metodo di cura e di conoscenza.



Come si forma la malattia
La nostra anima o “pura essenza”, nel corso della vita può subire episodi, eventi o vivere situazioni che portano ad uno stato di disarmonia che a sua volta può causare malattie. La perdita parziale dell’anima è il risultato di questi traumi.

Durante i viaggi sciamanici, cioè sessioni in cui, attraverso uno stato alterato di coscienza ottenuto con il suono ripetuto del tamburo, si è visto che l’anima può essere frammentata, ad ogni frammento corrisponde ad un evento traumatico, vissuto in maniera consapevole o meno.

Questi frammenti, lasciati nell’episodio, con la loro mancanza causano all’anima non più integra una perdita di potere o carica energetica.

Da qui, gli sciamani hanno compreso perché molte persone sentono di avere perso una loro parte di sé in un qualche evento della loro vita. Sentono la mancanza di qualche cosa, ma non riescono a capire che cosa. Questo senso di perdita causa molto spesso malattie gravi, sia fisiche come ad esempio a livello immunitario, oppure psicologiche, come la depressione.

Queste perdite parziali di anima fanno sentire le persone prive di energia vitale, apatiche, con scarsa voglia di vivere, reagire ed affrontare la realtà.

Lo sciamano, con l’aiuto delle sue guide spirituali, sotto forma di Maestri o di Animali di Potere, viaggia nella realtà non ordinaria per vedere se e quali parti di anima sono mancanti e ripercorre molto spesso in maniera metaforica, la vita della persona per individuare le parti d’anima che sono rimaste negli eventi vissuti in maniera traumatica.



Le parti d’anima
Da quello che hanno osservato gli sciamani, quando vengono rilasciate forti emozioni l’anima tende a rimanere bloccata in questo stato. Le emozioni che causano questo, possono derivare da eventi traumatici e Sandra Ingerman, fatto queste scoperte lavorando su donne che hanno subito abusi; possono derivare anche da episodi eccessivamente positivi, come ad esempio una importante cerimonia o una “indimenticabile” vacanza.

In entrambi i casi, molto più spesso nei traumi, superato l’episodio la persona non si sente più come era in precedenza. Una parte di sé è rimasta inesorabilmente incollata a quel passato e ciò che rimane è un senso di vuoto, di incompletezza.

Per alcuni avvenimenti, dopo un certo periodo, in modo spontaneo queste parti d’anima ritornano ad integrarsi nella persona, in altri invece l’anima rimane inesorabilmente perduta.

Dal punto di vista sciamanico l’anima si trova in uno stato in cui “manca” una sua parte, c’è un “vuoto” interiore che può facilmente sfociare in malattie, anche gravi.

Per avviare il processo di guarigione lo sciamano agisce prima di tutto a livello spirituale, lavorando con l’anima della persona, e poi aiutando la persona a trovare anche materialmente la risoluzione della malattia.



Il Recupero dell’ Anima
La guarigione sciamanica avviene quando la parte dell’anima perduta viene recuperata e riportata alla persona ammalata. Lo sciamano, in questo caso, riporta solo l’essenza più pura rimasta nel trauma, lasciando invece nel passato le emozioni, le paure e tutti quei legami energetici che avevano ferito.

Dopo questo intervento la persona è in grado di avviare il suo processo di guarigione, integrando le energie recuperate, acquisendo le capacità perdute e ritrovandosi a fare una vita più completa e piena. Spesso queste energie ritrovate possono attivare nuove iniziative, accendere la creatività della persona, riscoprendo capacità fino allora impensabili. L’integrazione delle parti d’anima recuperate è uno dei momenti più importanti nel processo di guarigione, perché altrimenti si avrebbero a disposizione energie non utilizzate, che potrebbero essere veicolate ancora in situazioni non appropriate.



Questa pratica o cerimonia di “Recupero dell’Anima” è oramai consolidata anche nella nostra società occidentale e sempre più persone trovano in questo approccio la vera scintilla per uscire da situazioni di difficoltà e di sconforto, da malattie psicologiche o fisiche. C’è da considerare che non va in contrasto con i metodi della medicina ufficiale, in quanto, lavorando su un piano prevalentemente spirituale, si può integrare e lavorare in sinergia, amplificando gli effetti benefici delle cure tradizionali o guidando le persone verso le cure più appropriate.



Le Storie
Riportiamo alcune storie di guarigione, sperimentate da alcuni pazienti che si sono sottoposti a questo tipo di lavoro sciamanico, qui in Italia, operato da sciamani che si sono formati nella Fondazione degli Studi Sciamanici.



La treccia e la barca
Maria, signora di 67 anni, soffriva di attacchi d’asma da quando era adolescente. L’asma le rendeva difficile anche ogni esercizio fisico che sarebbe stato utile per il suo corpo divenuto così pesante.

L’animale guida, specializzato per il recupero dell’anima, mi ha portato in una spiaggia, dove una ragazzina di circa 12 anni con una lunga treccia si accingeva a salire su di una barca a remi che guidava quello che sembrava essere suo padre.

Vedo la barchetta andare al largo, ad un certo punto non vedo più la ragazzina sulla barca, sull’acqua vedo una figura luminosa con una lunga treccia luminosissima. Capisco che quella splendida figura femminile è una parte dell’anima della mia paziente, quando mi vede è desiderosa di essere presa e trasportata nella giusta sede per reintegrarsi, fa una danza a spirale, diventa piccola e sale sulla mia mano, la porto al cuore poi la trasporto fino a Maria. Soffio l’anima nel cuore e sulla fontanella.

Quando Maria si mette seduta, le racconto il viaggio, lei ha come un tremore, il viso diventa rosso, le mani trasudano, si è ricordata che all’età di circa 12 anni ha rischiato di annegare al largo, cadendo da una barchetta e suo padre l’ ha salvata prendendola per la sua lunga treccia, è stato proprio da quell’età che ha iniziato a soffrire d’asma.

Nelle prime tre settimane dopo il recupero dell’anima, Maria ha riscontrato un decisivo miglioramento dei sintomi respiratori.



L’uomo nero

Paola, 27 anni, soffriva da anni di stato d’ansia. L’animale guida mi ha portato in una stanza dove una bambina di circa 5 o 6 anni con i capelli a boccoli, dormiva tranquilla nel suo letto. Ad un tratto vedo entrare nella stanza un uomo con un vestito stracciato, scuro ed un cappellaccio che gli copriva il volto, arriva al bordo del letto fa una risata agghiacciante. La bambina terrorizzata si siede sul letto urlando. Una parte dell’anima era rimasta là, nell’evento, quell’anima non voleva tornare, era ancora immersa nella paura, ho dovuto rassicurarla, dirle che ora tutto è tranquillo, non ci sono più persone che le fanno paura. L’anima si è decisa a venire con me per poi reintegrarsi. Quando, dopo aver soffiato l’anima nel cuore e nella fontanella, ho raccontato la storia a Paola, lei si è messa a piangere, ricordandosi ciò che le era veramente accaduto da piccola.

Paola, seppur adulta, dormiva ancora con una piccola luce accesa in camera; dopo il racconto, si è ricordata che, quando era piccola, i suoi genitori le dicevano sempre che, se fosse stata cattiva, l’uomo nero, nella notte, l’avrebbe portata via, e… quella sera era andata a dormire dopo essere stata “cattiva” e così “l’uomo ‘nero” era veramente arrivato, terrorizzandola a morte.

L’animale guida mi ha detto di raccomandare a Paola di correre in un prato e poi fare le capriole sull’erba e di mettersi a braccia aperte verso il sole con un grande sorriso, doveva sentire rinata la bambina che è in lei.



Il feto femmina
Alessandra aveva difficoltà nei rapporti con i maschi, avrebbe desiderato un partner, ma allo stesso tempo fuggiva da questa situazione, si era sempre comportata e vestita come un maschio, pur non sopportando le femmine. Alessandra soffriva per questa stranezza comportamentale.

Nel viaggio sono arrivata fino dentro all’utero di una donna, sentivo che quella donna, insieme a quello che poteva essere il marito, continuavano a dire “speriamo che sia un maschio”, “sarà sicuramente un maschio”, “lo chiameremo Alessandro”. Il feto, che già aveva la coscienza di essere femminile pensava “ce la farò, mostrerò a tutti che sono quello che loro hanno desiderato”,…. E così l parte d’anima femminile era rimasta nell’utero, non era mai nata; insieme all’animale guida l’abbiamo fatta nascere riportandola ad unificarsi, è venuta con noi subito, rapidamente.

Ora Alessandra ha una vita normale e si sente perfettamente equilibrata.



La nonna
Lucio si sentiva svuotato, sempre privo di forze, con una stanchezza cronica. Nel viaggio sciamanico vedo un ragazzo adolescente che ha quello che pareva un bellissimo rapporto amorevole con la nonna.

Vedo la nonna morta che, così legata al nipote che ne trattiene a sé una parte dell’anima. Il mio animale guida mi porta nel “regno dei morti” dopo avermi fatto passare un tunnel tra gli alberi della foresta, là trovo la nonna, dovevo convincerla a lasciare la parte di anima di Lucio. Dico alla nonna che Lucio ha bisogno di quella parte di anima per sentirsi bene e vivere con energia, alla fine l’anima viene a me dopo che la nonna l’ ha liberata.

Al ritorno del viaggio, racconto la storia a Lucio che mi dice che è tutto vero, al nonna era estremamente legata a lui, forse perché non aveva avuto figli maschi pur desiderandoli molto. Proprio quando la nonna era morta aveva cominciato a stare male.


http://ululatodellupo.jimdo.com/

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